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Come funziona la cremazione? La materia è regolata dalla legge 130 del 30 marzo 2001, che consente la cremazione e dispersione delle ceneri purché autorizzata dall’ufficiale dello stato civile su espressa volontà del defunto. Nel caso di sospetto di morte violenta in seguito a reato, occorrerà anche l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria. A queste disposizioni si aggiungono poi le leggi regionali e comunali, che possono introdurre ulteriori requisiti.

In sintesi, gli adempimenti più importanti da considerare sono tre:

  • Consenso del defunto o del coniuge/familiari;
  • Dichiarazione del medico legale che la morte non è avvenuta in seguito a reato (c.d. certificato necroscopico);
  • Nulla osta del comune.

 

Come esprimere la volontà di essere cremati in modo valido ai fini di legge

La persona che dopo la morte desidera essere cremata ha tre modi per esprimere validamente la sua volontà.

  • il primo è tramite testamento valido, depositato presso un notaio oppure olografo (scritto a mano) regolarmente pubblicato e registrato;
  • il secondo è tramite dichiarazione verbale resa ai parenti fino al 6 grado o al coniuge. Gli interessati dovranno comparire davanti all’ufficiale dello stato civile e dichiarare la volontà espressa in tal senso dalla persona estinta. In caso di conflitto, prevale la volontà riportata dalla maggioranza dei congiunti.
  • Il terzo metodo è l’adesione a una associazione per la cremazione riconosciuta dalla legge. In questo caso, la volontà si presume e vale anche contro l’opposizione dei parenti o del coniuge. Dei tre sistemi, è indubbiamente il più pratico e affidabile.
    La semplice scrittura privata non è considerata valida ai fini dell’espressione della volontà di farsi cremare. In Piemonte viene richiesta in molti comuni anche l’autenticazione della firma da parte del notaio.

 

I parenti e il coniuge possono chiedere la cremazione in assenza di dichiarazione di volontà da parte del defunto?

I parenti fino al 6 grado e il coniuge possono chiedere la cremazione se non c’è espresso rifiuto da parte della persona deceduta (risultante, ad esempio, da una disposizione del testamento che richiede la tumulazione ordinaria del cadavere al cimitero). Nella prassi, questo è il sistema più seguito per la sua facilità e praticità.
Tra i parenti e il coniuge prevale quest’ultimo, in quanto ascendenti, discendenti e collaterali possono chiedere la cremazione solamente se il coniuge è scomparso e secondo l’ordine dell’articolo 74 codice civile (si parte dal parente più prossimo per arrivare al più lontano).

La richiesta va fatta in carta libera davanti all’ufficiale dello stato civile in municipio e deve essere firmata da tutti i parenti sopravvissuti dello stesso grado. Ad esempio, se Tizio muore e gli sopravvivono solamente due figli, firmeranno entrambi i figli.

 

Cos’è e come funziona il certificato necroscopico?

Si tratta di una dichiarazione rilasciata dal Comune o dalla ASL che accerta le cause della morte. Viene richiesta non solamente ai fini della cremazione, ma anche per ragioni diverse (in genere pensionistiche, assicurative o bancarie) e per procedere al normale seppellimento. Ad Alba viene compilata dal medico competente della ASL non prima di 15 ore dalla morte.
Di norma se ne occupa la agenzia di pompe funebri che segue il funerale[link pagina servizi-pratiche amministrative], che in alcuni casi ne anticiperà anche i relativi costi.

Nel caso che la morte sia stata causata da reato, o ve ne sia il sospetto, non si potrà procedere alla cremazione o al seppellimento ordinario fino a che l’autorità giudiziaria non abbia espletato le relative indagini e non abbia concesso espressa autorizzazione.

 

Come funziona la cremazione tramite le apposite associazioni?

L’adesione a una associazione per la cremazione semplifica parecchio la procedura. In questo caso basta dimostrare il pagamento della quota annua e sottoscrivere a mano un modulo in cui si richiede la dispersione delle ceneri. Al momento della morte, l’associazione trasmetterà al comune tutta la documentazione necessaria per ottenere il nulla osta alla cremazione dell’ufficiale dello stato civile.
Le SOCREM – società per la cremazione – sono in Italia oltre 40. Si tratta di associazioni senza fini di lucro che promuovono questa pratica. Ci si associa con una quota vitalizia una tantum o pagando una retta annuale. In alcuni casi, possono concorrere alle spese.

 

La cremazione è contraria alle regole della chiesa cattolica?

Non più. Dopo un periodo di avversione a questa pratica utilizzata da alcuni come una forma di contestazione della dottrina cattolica, la chiesa ha mutato opinione e attualmente consente la cremazione dei fedeli. Tuttavia il codice di diritto canonico considera ancora oggi preferibile il seppellimento (canone 1176) per consentire il culto della pietà verso i defunti.
La dispersione delle ceneri è invece vivamente sconsigliata, in quanto simbolo di una religiosità non conforme con la concezione che ha il cristianesimo della divinità. Nel 2016 la congregazione vaticana per la fede ha ribadito non soltanto il divieto alla dispersione delle ceneri, ma anche alla loro incorporazione in gioielli o suppellettili.

 

Come avviene la cremazione e cosa ne è delle ceneri?

L’operazione [link pagina servizi –cremazione] deve per forza avvenire in uno dei poli ufficiali stabiliti a livello nazionale in Italia. Si brucia tutto il feretro (salma e bara) a circa 900 gradi e si raccolgono le ceneri, che vengono consegnate in urna sigillata al coniuge o, in assenza, ai parenti.

Il servizio è a pagamento con tariffa variabile da comune a comune. Il ministero ha fissato un tetto massimo, per cui non si spende più di circa 500 euro (IVA inclusa). Per chi risiede in Alba, il crematorio più vicino è quello di Bra, con costo di circa 450 euro.
Alcuni comuni incentivano la cremazione per gli indubbi vantaggi igienici dell’operazione e per la necessità di ridurre il consumo di spazio nei cimiteri. Il contributo riconosciuto dal comune di Alba è attualmente di 200 euro una tantum.

 

Dove vanno conservate le ceneri?

Le ceneri possono essere conservate al cimitero nella apposita area dedicata, oppure in casa o nella cappella di famiglia eventualmente acquistando un’urna cineraria. L’alternativa alla conservazione è la dispersione.

Il famigliare o la persona che accetta di tenere le ceneri presso di sé ha l’obbligo di conservarle nel rispetto delle norme di legge che prevengono la profanazione dei resti delle persone decedute e di consentirne l’accesso ai parenti e al coniuge del defunto. E’ come avere, a tutti gli effetti, un piccolo cimitero privato in casa.

 

Cos’è e come avviene la dispersione?

La dispersione delle ceneri consiste nell’operazione di disperderle in mare, al vento o nella terra. La materia cambia da comune a comune, per cui è necessario informarsi, soprattutto se si desidera procedere a dispersioni in luoghi aperti. In ogni caso, è sempre necessaria apposita autorizzazione dell’ufficiale di stato civile.
La legge della regione Piemonte 31 ottobre 2007 n. 20 non pone limiti particolari, per cui nel territorio regionale si potrà disperdere sia in luoghi pubblici (mare, montagna, fiumi, laghi) che privati (previo consenso del proprietario)che nelle apposite aree dedicate dei cimiteri.

L’operazione può essere effettuata dai parenti o dal coniuge, da persona appositamente e incaricata nel testamento, o a cura dell’associazione della cremazione a cui apparteneva la persona deceduta. Ricordiamo che non è possibile disperdere all’interno dei centri abitati.

 

La cremazione: una scelta sempre più diffusa

La cremazione sta diventando sempre più popolare in Italia. Secondo i dati raccolti dall’associazione di categoria Sefit Utilitalia tramite le varie istituzioni preposte (ISTAT, Unione Europea), tra il 2013 e il 2016 il numero di cremazioni sarebbe aumentato in Italia del 40%, e il Piemonte sarebbe, insieme alla Lombardia e all’Emilia Romagna, la regione dove si ha la crescita maggiore.
A livello europeo, l’Italia resta comunque in fondo alla lista. In Spagna, la scelta di farsi cremare è balzata da solo il 5% a oltre il 23%. In Svizzera ben l’80% delle persone segue questa strada, a cui seguono Gran Bretagna (76%) e Germania (50%).